Con l’arrivo della primavera e delle giornate soleggiate abbiamo finalmente le condizioni ideali per imbottigliare il vino. Il primo consiglio che diamo infatti a chi effettua questa operazione per la prima volta è di scegliere sempre una giornata soleggiata, possibilmente con un clima mite e senza vento. Il mese di marzo è uno dei più utilizzati dagli operatori del settore, soprattutto se si vuole imbottigliare un vino giovane e preservare i suoi elementi fruttati.
Per conoscere, in generale, quali sono i mesi e le settimane migliori per l’imbottigliamo, vi consigliamo di seguire il calendario lunare. Anche se non ci sono prove scientifiche circa gli effetti benefici della luce lunare e del magnetismo sul vino, per noi il rispetto delle fasi lunari nella scelta dei giorni dell’imbottigliamento è semplicemente sacro: è una delle tradizioni più note del settore vitivinicolo e noi continueremo a seguirla in maniera rigorosa.
Imbottigliamento del vino: cosa non può mai mancare
Fatta chiarezza sul “quando”, adesso ci concentreremo sul “come” dandovi alcuni consigli sulle operazioni di imbottigliamento e soprattutto sugli strumenti indispensabili per avere un vino di qualità. Partiamo dalle azioni preliminari al travaso e dalla scelta dei prodotti.
Il lavaggio della bottiglia
Prima di iniziare con l’imbottigliamento è necessario effettuare un lavaggio accurato delle bottiglie, soprattutto se si vuole utilizzare alcune già usate in precedenza. Può sembrare un’operazione banale ma è assolutamente fondamentale: le polveri e i residui, anche nelle bottiglie nuove, infatti, possono compromettere il sapore e la qualità del vino.
Solitamente vengono usate delle macchine lavabottiglie automatiche o delle sciacquatrici rotative che assicurano una pulizia perfetta e veloce. Se invece volete togliere i residui manualmente potete, ad esempio, riempire metà bottiglia di acqua e poi versare nella parte superiore del bicarbonato di sodio; dopo aver mescolato il composto e lasciatolo riposare per circa due giorni, lavate la bottiglia con acqua calda. Fatela poi asciugare a testa in giù e assicuratevi che sia perfettamente asciutta prima di iniziare il travaso. Anche la minima traccia di umidità, infatti, può danneggiare il vino.
Come scegliere la bottiglia giusta
Ci sono diverse tipologie di bottiglie di vetro che possiamo scegliere in base alla tipologia di vino. Quella più nota, nonché una delle più utilizzate, è la bordolese. Il suo nome, come potete intuire, deriva da Bordeaux, città francese nella quale viene prodotto il celebre vino Bordeaux.
Si presenta come una bottiglia abbastanza leggera e facile da maneggiare; possiede inoltre una base poco pronunciata che rende abbastanza semplice e veloce il suo stoccaggio.
Ma una delle caratteristiche più apprezzate dai produttori è la sua spalla molto pronunciata che consente di trattenere eventuali residui presenti sul fondo. Per quanto riguarda, infine, il colore può essere sia verde, che marrone o bianca. Ecco perché può essere utilizzata per tutti i tipi di vino.
Qual è il colore migliore?
Proprio il colore della bottiglia è uno degli elementi più importanti da prendere in considerazione. Le varie gradazioni di colore, infatti, in particolare quelle scure, riescono a proteggere il vino dai raggi ultravioletti che possono in alcuni casi di alterare le sue caratteristiche organolettiche.
Solitamente per i vini rossi si scelgono delle bottiglie dal colore scuro (verde o marrone), mentre per quelli bianchi o rosati si prediligono i colori chiari (verde o bianco). Se però il vostro vino bianco è spesso esposto ai raggi del sole, vi consigliamo allora di usare delle bottiglie scure.
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La scelta del tappo
Veniamo, infine, al tappo. Per decenni il sughero è stato di gran lunga il materiale più utilizzato e anche oggi mantiene il suo grande fascino. La caratteristica principale dei tappi in sughero è la presenza di microporosità naturali che consentono una lenta e graduale ossigenazione del vino: il lieve contatto con l’aria ha il pregio di mantenere e far avere un’ottima evoluzione di tutte le qualità organolettiche.
Per questo motivo il nostro consiglio è di scegliere il sughero soprattutto se dovete imbottigliare un vino rosso che dovrà effettuare un lungo periodo di affinamento in bottiglia.
Negli ultimi anni invece sono diventati sempre più diffusi i tappi sintetici. Uno dei motivi che ha portato a questo cambiamento è il cosiddetto “vino che sa di tappo”. Un fenomeno abbastanza diffuso, causato in genere da un’infestazione fungina delle radici della pianta di sughero che poi danneggia pesantemente il sapore del vino.
Molti produttori allora prediligono i tappi sintetici perché sterili e facili da stappare. Non essendo però abbastanza porosi non sono particolarmente adatti ai vini da lungo affinamento, dunque vi consigliamo di usarli per i vini da consumare entro un paio d’anni dall’imbottigliamento.
Il modello più economico, infine, è il tappo a corona, molto utilizzato nella produzione di spumanti con il metodo classico per via della sua grande capacità di resistenza alla pressione dei gas.
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