Provate a parlare con i vostri nonni e chiedete loro quale frutto della loro infanzia ricordano con maggiore piacere. Scoprirete un mondo nuovo e affascinante, ricco di varietà che prendono il nome del vostro paese d’origine o del comune limitrofo ma che, probabilmente, non avete mai assaggiato.
Avete mai sentito parlare, ad esempio, della Mela Santa Teresa o della Pera Pirania? Rappresentano, insieme a tanti altri frutti antichi, la storia del cibo calabrese e, in quanto tali, devono essere salvati e riscoperti.
Agriverde tiene particolarmente alla valorizzazione degli ecotipi locali. Per questo motivo, ogni anno, selezioniamo gli alberi da frutto migliori direttamente dai vivai calabresi, cercando di far scoprire anche ai nostri figli il sapore genuino dei frutti antichi del territorio.
Frutti antichi della Calabria
Oggi abbiamo deciso di presentarvi cinque frutti tipici della Calabria che potete trovare nel nostro store. Consigliamo a tutti gli agricoltori del Basso Tirreno Cosentino di coltivare queste varietà per mantenere in vita la storia secolare dell’ortofrutta calabrese.
1. Il Biricoccolo o Susincocco
Il Biricoccolo o Susinocco non è un frutto presente in natura, ma un ibrido spontaneo nato dall’impollinazione incrociata delle due specie genitrici: l’albicocco e il susino mirabolano. La sua denominazione viene proprio dalla fusione dei nomi dei due alberi più famosi.
Il Biricoccolo rientra a tutti gli effetti nella categoria dei frutti antichi. Le prime tracce, infatti, risalgono al periodo che va tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 in Francia, quando veniva chiamato anche Albicocco del Papa. Qualche anno più tardi questa pianta arrivò pure in Italia, in particolare in Toscana, Emilia Romagna, Campania e Calabria.
Le caratteristiche del biricoccolo
La pianta può presentare rami imponenti, capaci di raggiungere anche i 6 metri di altezza, e produce frutti tondi, rossastri, con la buccia liscia. I biricoccoli hanno un aspetto simile alle albicocche, ma il sapore è quello dolce-acidulo e succoso delle prugne. La fioritura avviene all’inizio della stagione primaverile, mentre la sua maturazione arriva a fine giugno. Una volta maturati, i frutti di questa pianta devono essere consumati entro 4-5 giorni.
Se volete avere più alberi di Biricoccolo dovete sapere che, essendo una pianta autosterile, non è facile attivare la sua riproduzione. Sarà necessario, infatti, piantarla vicino ad un albero impollinatore come i “parenti” susino o albicocco: con un po’ di fortuna, o meglio con un’annata poco ventosa e scarsamente piovosa, riuscirete a fare allegare i fiori ed ottenere un altro Biricoccolo, mantenendo così in vita questo frutto affascinante e saporito.
Anche per le ragioni appena esposte la sua coltivazione è stata abbandonata nel tempo, ma merita sicuramente di essere riscoperta.
2. Il Limone di Rocca Imperiale
Se volete fare un dolce che vi faccia respirare per davvero gli odori della nostra Calabria, dovete assolutamente procurarvi il Limone di Rocca Imperiale. Stiamo parlando di uno dei frutti antichi più conosciuti del nostro territorio, nonché una delle varietà di limone più utilizzate dagli chef italiani. Dal 2011 il limone di Rocca Imperiale possiede anche il riconoscimento IGP che ne permette una migliore valorizzazione in tutto il mondo.
Storia e peculiarità del Limone di Rocca Imperiale
Il Limone di Rocca Imperiale proviene dalla cultivar Femminiello, appartenente alla specie botanica Citrus Limon. Anche questo frutto ha una storia antica: le sue origini, infatti, risalgono al Seicento, anche se è dalla fine del XIX secolo che inizia ad essere conosciuto in tutta Italia. La zona di produzione è, ovviamente, quella del comune di Rocca Imperiale (CS) e dell’Alto Ionio della provincia di Cosenza.
Negli ultimi trent’anni il Limone di Rocca Imperiale ha avuto un autentico boom grazie al suo sapore delicato e alla resa abbondante del suo succo, che lo rendono particolarmente adatto per la realizzazione di dolci e gelati, ma anche di succhi e marmellate.
Il frutto si presenta con una forma allungata e una buccia che va dal colore verde chiaro al giallo. Tra le caratteristiche principali di questa varietà, infine, non possiamo non citare la quasi totale assenza di semi, così come il suo sapore né dolce né amaro e il profumo intenso della sua buccia.
Se volete potare l’albero di Limone di Rocca Imperiale ci stiamo avvicinando al momento giusto. Le operazioni di potatura, infatti, avvengono solitamente verso la fine dell’inverno.
La Percoca di Badolato
Meno famosa rispetto al limone di Rocca Imperiale, ma non meno saporita e legata al territorio. Parliamo della Percoca di Badolato, piccolo paese della provincia di Catanzaro famoso per il suo borgo antico e il suo mare cristallino.
Abbiamo scelto di inserire questo prodotto nella lista dei frutti antichi calabresi per rendere onore alla nostra grande tradizione nella produzione di pesche e percoche.
La percoca: un frutto del Mezzogiorno
La percoca è senza dubbio uno dei frutti più amati dai calabresi durante la stagione estiva per via del suo sapore dolce ed equilibrato. Per tanto tempo si è creduto fosse un incrocio tra la pesca e l’albicocca, in realtà la percoca è a tutti gli effetti una varietà di pesca a polpa gialla, diffusa soprattutto in Puglia, Campania, Basilicata e Calabria. La zona jonica della provincia di Catanzaro è una delle più proficue per la produzione di questa varietà.
La Percoca di Badolato si presenta come un frutto di dimensioni medie, dal colore rosso-giallo e il sapore molto aromatico e zuccherino. Viene utilizzata soprattutto per il consumo fresco e per fare delle buonissime marmellate. Per quanto riguarda, invece, i tempi di maturazione bisogna attendere gli ultimi giorni di Agosto.
La Pera Mastantuono
Nel nostro viaggio tra i frutti antichi non poteva mancare una specialità tipicamente campana. La Pera Mastantuono, infatti, detta anche in dialetto napoletano pera e’ Mast’Antuono, viene prodotta principalmente nelle aree interne della Campania, soprattutto nelle province di Avellino, Salerno e Napoli.
Come tante varietà provenienti dal resto del Mezzogiorno, anche questa si è diffusa pure in Calabria, specialmente nella zona dell’Alto e del Basso Tirreno Cosentino.
Il profumo unico della Pera Mastantuono
Le peculiarità principali della Pera Mastantuono sono la sua forma e le sue dimensioni. Si presenta, infatti, come un frutto molto piccolo, dalla forma tondeggiante, un colore verde-giallastro con delle screziature marroni e un pendulo abbastanza corto.
Abbiamo di fronte, quindi, una pera dall’aspetto molto diverso rispetto a quelle che solitamente troviamo in commercio. Con il passare del tempo la Pera Mastantuono, infatti, è stata sostituita da varietà molto più grandi e dalla forma più allungata.
La Pera Mastantuono si contraddistingue anche per una polpa molto soffice, zuccherina e profumatissima. Non a caso viene utilizzata principalmente per la realizzazione di marmellate e dolci tipici della tradizione pasticciera campana. Una delle specialità del luogo è, ad esempio, la famosa pera Mastantuono mbuttunata, ovvero delle squisite pere imbottite con ricotta e pasta di mandorle e ricoperte di cioccolata. Quando si mettono insieme pere così profumate, ricotta e cioccolata non si sbaglia mai…
Il periodo di maggiore produzione della pera Mastantuono è il mese di agosto. Provate a coltivarla se amate i profumi intensi e freschi.
Il Gelso
Frutto antico per eccellenza, il gelso è una varietà appartenente alla famiglia delle Moracee ed è considerato uno degli alimenti più preziosi del cibo italiano.
Per trovare le prime tracce di questo frutto dobbiamo andare addirittura all’età dei Romani. Il primo a parlarne, infatti, fu Ovidio nelle “Metaformosi”, dove racconta l’amore di due giovani ragazzi, consumatosi proprio sotto un albero di Gelso. A causa però di un incidente sfortunato, i due amanti persero la vita e il loro sangue sporcò le more di gelso, facendo diventare per sempre questo frutto di colore rosso scuro.
Anche oggi il gelso è considerato uno dei simboli dell’amore passionale, ma la sua storia va ben oltre il mito. Le foglie del gelso, infatti, sono state utilizzate per secoli per alimentare il baco da seta, contribuendo così in maniera indiretta allo sviluppo della cosiddetta Via della Seta e di tutto il traffico commerciale dalla Cina all’Europa.
Come avrete intuito, quindi, l’origine del gelso è prettamente asiatica, anche se nel corso degli anni questa pianta si è diffusa pure in Africa e in Europa. Oggi viene coltivato sempre meno, soprattutto a causa dell’avvento delle fibre sintetiche al posto di quelle naturali, tuttavia Calabria e Sicilia stanno provando a mantenere in vita questo frutto antichissimo, profumato e squisito.
Le caratteristiche del frutto del Gelso
Il frutto di gelso può essere di vari colori. Quello rosso è presente soprattutto in Nord America, mentre in Europa troviamo solo quello bianco e nero.
Ma che aspetto e soprattutto che sapore ha la cosiddetta mora di gelso? È un frutto morbido al tatto, di piccole dimensioni, con un succo carnoso, dolce e leggermente acidulo.
Il Gelso è ottimo per il consumo fresco, le marmellate e le granite. Se vi trovate in Sicilia o in provincia di Reggio Calabria dovete assolutamente provare la granita alle more di gelso: un’esplosione intensa di odori e sapori del Mediterraneo.
State tranquilli, il gelso non è solo buono, ma fa anche bene alla nostra salute. Già nell’Antichità veniva usato come diuretico e depurativo e oggi viene consigliato dai nutrizionisti per il suo basso contenuto calorico (40 kcal ogni 100 grammi) e la presenza di vitamine e sali minerali. Per quanto riguarda, infine, il periodo di maturazione, i mesi migliori per avere i frutti più abbondanti sono giugno e luglio.
Da Agriverde trovate una vastissima gamma di alberi da frutto. Oltre a quelli presentati in questo articolo, abbiamo tante altre varietà locali come la Mela Cuoccio, la Susina di Terranova, la Renetta Ananas e la famosa Mela Rossa della Sila. Veniteci a trovare in negozio e soprattutto aiutateci a coltivare un futuro migliore, conservando la storia dei frutti antichi calabresi.